Torna a Martignano, il più piccolo borgo della Grecìa Salentina, la rassegna cinematografica “Evò ce Esù Visioni – Incontri di confine tra visi e parlate”, l’unica in Puglia che pone l’accento sul cinema delle lingue “minori”, con l’obiettivo di far conoscere al pubblico il dinamismo di molte realtà che si muovono nella prospettiva del riscatto e della volontà di risveglio dal torpore e dal conformismo culturale. Un linguaggio, quello filmico, in grado di penetrare confini linguistici e lessicali ed aprire varchi a relazioni, a contenuti emozionali e geografici rappresentativi di territori e culture diverse; uno strumento in grado di togliere via la polvere sulle lingue deposte, coperte dai teli dell’abbandono o dell’indifferenza. Ma anche l’occasione per porre uno sguardo su storie e prospettive di “confine”, dove l’alterità, con le contraddizioni umane e sociali che genera, diventa occasione di riflessione.
L’iniziativa nasce da un’idea progettuale della Cooperativa sociale Open di Parco Palmieri, condivisa e sostenuta dal Comune di Martignano, dalla Cineteca Sarda e dal Babel Film Festival di Cagliari (con Babel, Terra de Punt, Eja Tv e Area Visuale Film). La collaborazione con le realtà sarde, con l’iniziativa Babel on Tour, rende possibile una rassegna ricca e variegata, altamente rappresentativa del cinema di minoranza linguistica, l’unica nel suo genere in Puglia. Inoltre, l’interazione con altre realtà provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo, sugella un percorso di rete che, nel segno della biodiversità culturale e linguistica, crea ponti e collaborazioni inaspettate, contribuendo in modo sostanziale alla valorizzazione e promozione del territorio.
L’ottava edizione propone uno straordinario spaccato su quel cinema “puro” che tocca paesi come l’Africa, con la Tanzania e il Gambia, i Paesi Bassi, la Spagna, l’Irlanda, il Messico, e l’Italia (Sicilia, Sardegna, Puglia, Campania e Veneto), con una narrazione in lingue arcaiche e nascoste quali Swahili, Cucapá, Xwja, lingue africane, l’euskera, l’irish, il sardu, il griko, il franco provenzale, il dialetto siciliano, romagnolo, salentino, veneto, napoletano, fino alla lingua dei segni maya. Progetti che trattano temi di grande interesse, dalla condizione umana alla natura e ai cambiamenti climatici, dallo spopolamento ai diritti negati, dalla ricerca antropologica all’ inclusione sociale, solo per citarne alcuni.
Ogni serata si aprirà con la proiezione di un corto di animazione, un modo per accattivare il pubblico dei giovanissimi. Si comincerà con A m’so ingambarle di Marilena Benini, video animato in dialetto romagnolo, tributo al poeta Giovanni Nadiani. Nella seconda e terza serata in proiezione due corti (Ndatsu sa tjër sa xula in lingua Xwja e Skwañaw mapil kñap matkur kyaw in lingua Cucapá) del progetto messicano Sesenta y Ocho Voces, Sesenta y Ocho Corazones.
Un’ampia sezione sarà dedicata al cinema sardo, rappresentato dalle 2 pellicole che si sono aggiudicate il Premio Kentzeboghes per progetti cinematografici nelle lingue e dialetti della Sardegna promosso dall’Associazione Culturale Babel, ovvero Santamaria del regista Andrea Deidda, e 12 Aprile di Antonello Deidda; il primo su le aspirazioni di un giovane pugile, il secondo sul fantastico viaggio ai confini della realtà tra due mondi lontani, la città di Cagliari che festeggia lo Scudetto del 1970 e quella del 2020 piombata in un drammatico lockdown. Progetti ai quali si uniscono Male Fadàu di Matteo Incollu, Mira sa dì di Andrea Cannas e Issa di Stefano Cau. Il primo ci porta dentro le inquietudini del matto del villaggio nella Sardegna del 1942; il secondo nella violenza del fascismo tra lotta e dolore; e l’ultimo nell’estremo e surreale tentativo di un paese fantasma di arrendersi allo spopolamento.
E ancora i cortometraggi Vivo e Veneto, in lingua veneta, dei registi Francesco Bovo e Alessandro Pittoni, ironico inno ad una integrazione possibile; Eggshell di Ryan William Harris, in lingua irish, dove la vita del giovane Joey è un alternarsi tra il mondo fantastico infantile e la difficile realtà della periferia irlandese che gli insegnerà a crescere in fretta; La Casa dei trenta rumori di Diego Monfredini, in dialetto trapanisi, straordinario inno all’amore, dove la casa è la culla di un moto perpetuo: l’attesa infinita di un ritorno che deve arrivare per forza dal mare; Subandila di Josu Martinez e Dar-Dar di Paul Urkijo Alijo, entrambi in euskera, con una cornice storica nel periodo nazista il primo e con i brividi di un thriller che pesca nella leggenda il secondo; Le Mosche di Edgardo Pistone, in dialetto napulitano, con le vicissitudini e le avventure di un gruppo di ragazzi abbandonati a sé stessi.
E ancora la ricca proposta dei documentari come Stolen fish della regista polacca Gosia Juszczak che ci porta in Gambia, dove il pesce viene polverizzato dalle società cinesi ed esportato in Europa e in Cina per nutrire gli animali degli allevamenti industriali; e poi Artiko di Josu Venero e Jesus Mari Lazkano, in lingua euskera, progetto che fonde l’arte del protagonista con quella della natura; e ancora Boca de Culebra di Adriana Otero Puerto in lingua dei segni maya dello Yucatan.
Diversi gli ospiti attesi alla Rassegna, in particolare dalla Puglia. Tra questi Luciano Toriello, regista di Matria, documentario in lingua franco provenzale, girato nelle comunità linguistiche pugliesi di Faeto e Celle San Vito, in provincia di Foggia. Un lavoro che fa un uso magistrale delle immagini di archivio unite ad un affresco contemporaneo sulla difficile resistenza di una lingua; Claudio “Cavallo” Giagnotti, che porterà il suo Tambureddhu Resistenza Sonora Salentina, riflessione critica sulla proposta contemporanea della musica di tradizione; Sandra Abbate, autrice di Aspro citto chartì (Bianca quella carta), che ci racconterà del suo cortometraggio in lingua grika frutto di un progetto di ricerca sul campo che indaga la struttura antropologica del matrimonio griko-salentino dal 1930 al 1960. E ancora Nino Troiano, autore del pluripremiato Ndoto ya Samira (Il sogno di Samira), un lungometraggio ambientato in Africa. Un racconto di formazione, di fioritura personale e di emancipazione femminile che segue le vicende di Samira.
In rappresentanza del Babel Film Festival di Cagliari e del Premio Kentzeboghes sarà presente il regista e Co-Direttore Paolo Carboni.
Nell’ambito della Rassegna la Cooperativa sociale Open di Parco Palmieri presenta un percorso iconografico sul poeta e fotografo griko Antonio Tommasi, la cui produzione artistica il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha sottoposto a tutela. La Mostra CHOMA CE TSICHÌ (Terra e anima) è tra l’altro parte integrante del programma 2022 del Festival del Turismo Responsabile It.A.Ca., curato dalla rete salentina. Un percorso che, nella generale finalità della rassegna cinematografica, si sposa con il tema dell’Habitat, quell’abitare dentro noi stessi che mette radici nell’apertura e nell’ accoglienza, dove lo spazio, la sua storia, la sua identità, diventano luoghi di incontro, di ospitalità, di equilibrio e di futuro.
La Mostra, curata da Rocco De Santis e Pantaleo Rielli, è realizzata grazie all’Archivio famiglia di Antonio Tommasi e al restauro digitale di Errico Tommasi.
Durante l’evento sarà presentato alla comunità il progetto I ddomada grika (la Settimana Grika), curato dal gruppo di giovani appassionati e studiosi del griko dell’Ass. Grika Milume, la cui ultima edizione si è svolta, dal 22 al 28 agosto 2022 al Parco Palmieri di Martignano.
La Rassegna è un tassello dell’omonimo format per la salvaguardia, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio linguistico e culturale della Grecìa Salentina, curato dal Parco Turistico Culturale Palmieri di Martignano (Le), con la Cooperativa sociale Open e l’Associazione Salento Griko. Obiettivo dichiarato è quello di “fare memoria” per “produrre esperienze e futuro”. La generale offerta del format viene promossa con l’Evò ce Esù on Tour, che sta consentendo di portare la propria visione di lettura del territorio in giro per l’Italia e per il mondo.